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qualità con olio di cocco

Le qualità benefiche dell’olio di cocco

Usato anche dagli antichi come prodotto dietetico e cosmetico, l’olio di cocco oggi è considerato un utile coadiuvante della lotta contro batteri, virus e protozoi e un alleato per mantenere la pelle del corpo sempre idratante e ben nutrita. Vediamo quali sono gli usi più comuni e diffusi ma anche quelli meno noti dell’olio di cocco.

I mille modi in cui usare l’olio di cocco

Forse non tutti sanno che sin dall’antichità l’olio di cocco veniva usato sia in campo alimentare che cosmetico: proprio come allora, questo olio oggi è tornato in auge quale ingrediente multiuso date le sue qualità benefiche. Infatti, l’olio di cocco è usato per donare salute e bellezza al nostro organismo, infatti se incluso nell’alimentazione di tutti i giorni le sue proprietà benefiche agiscono dall’interno per supportare la funzione tiroidea, per coadiuvare il sistema cardiaco, per aiutare il sistema nervoso e per rinforzare il sistema immunitario. Oltre a ciò, l’assunzione di olio di cocco alimentare si rivela utile per accelerare il metabolismo e per la perdita di peso corporeo, per donare alla pelle un aspetto idratato e sano mantenendola giovane più a lungo, in quanto funge anche da antiossidante fermando l’insorgere dei radicali liberi e contrastando le prime rughe.

Ecco perché molti prodotti cosmetici oggi includono tra i propri ingredienti anche l’olio di cocco, e non bisogna stupirsene dato che perfino gli antichi usavano preparare prodotti di bellezza con olio di cocco per la cura della pelle. Se si ha la pelle del corpo particolarmente secca e disidratata, infatti, basta iniziare ad applicarvi cosmetici a base di olio di cocco o solo qualche goccia per ridare alla pelle un aspetto liscio e vellutato e questo vale anche per i piedi, laddove la pelle dei piedi si presenta più dura e ispessita, come per esempio sui talloni, o è più secca e squamosa, basta massaggiare i piedi con qualche goccia di olio di cocco per ottenere subito risultati di morbidezza e idratazioni incredibili. L’olio di cocco, se messo all’interno di un barattolino di vetro e riposto per qualche ora nel frigorifero, può diventare un ottimo balsamo da usare per le labbra screpolate o secche.

Quando l’olio di cocco può servire ad altro

Come accennato, l’olio di cocco non è famoso solo per i suoi usi estetici ma anche per alcuni utili usi alternativi che non tutti conoscono. L’olio di cocco, per esempio, si può usare per togliere via un chewing gum da un vestito: è sufficiente ungere il chewing gum con un po’ di olio di cocco per rimuoverlo dal tessuto. Un altro uso curioso è quello che vuole l’olio di cocco un rimedio naturale per smacchiare piastrelle e sanitari: in questo caso, è sufficiente mescolarlo a un po’ di bicarbonato di sodio.

Quest’olio può risultare utile anche ai signori uomini per agevolare la rasatura della barba: è sufficiente applicarne un po’ di gocce sulla pelle del viso per facilitare lo scorrimento della lama, e sfruttare al tempo stesso l’azione cicatrizzante dell’olio per eventuali taglietti o rossori.

semi di ghia

Semi di chia: la fonte di energia degli aztechi

Sono ricchi di acidi grassi essenziali e calcio i piccoli semi di chia che fioriscono durante il periodo estivo e che oggi vengono normalmente venduti all’interno del mercato europeo come ingredienti alimentari, ma cosa sono e perché possono essere importanti per il nostro organismo questi piccoli semi?

Quali sono le particolarità dei semi di chia

Derivanti dalla Salvia hispanica, una specie di pianta molto conosciuta nell’America latina per le sue proprietà nutrizionali, i semi di chia sono recentemente sono stati riconosciuti come ingredienti alimentari e ammessi come tali nel mercato comune europeo. Proprio perché si trova nel centro e sud America, le proprietà e le qualità benefiche di questa pianta erano già conosciute alle civiltà precolombiane: gli aztechi consumavano abitualmente semi di chia insieme a mais e fagioli e sono stati tra le civiltà più longeve. L’alto contenuto di calcio dei semi di chia li rende una delle rare fonti vegetali di tale minerale: una porzione di 100 grammi di semi, infatti, apporta 600 mg di calcio: paragonandolo al contenuto di calcio presente nel latte, si può facilmente confermare che quello dei semi è di ben cinque volte maggiore.

Non è tutto: i semi sono anche ricchi di acidi grassi essenziali omega 3 tanto che 100 grammi di semi corrispondono a un apporto di 20 mg di omega 3. Le quantità di vitamina C, ferro e potassio sono altrettanto incredibili: la vitamina C contenuta nei semi di chia risulta sette volte maggiore delle arance, mentre il potassio è il doppio rispetto alle banane e il contenuto di ferro è triplo rispetto agli spinaci. Grazie a queste proprietà, i semi chia se assunti con costanza, sono capaci di agire nel controllo del livello di zuccheri nel sangue, contribuiscono a ridurre l’aumento di peso, a prevenire malattie cardiache, e l’alto contenuto di vitamine e aminoacidi aiuta a donare all’interno organismo un notevole livello di energia.

Come usare i semi di chia

I semi di chia si presentano di piccole dimensioni e dall’aspetto normale di seme, hanno un sapore abbastanza neutro e croccante per questo possono rivelarsi migliori se uniti ai cereali per la colazione o se presi insieme ai semi zucca come spuntino o merenda durante la giornata. Poiché possono essere conservati anche per anni senza irrancidirsi, questi semi possono essere mangiati sia crudi al massimo uno o due cucchiaio al giorno, oppure possono essere uniti ad altri piatti come pasta, risotti, legumi come condimento. In virtù di integratori alimentati possono essere frullati insieme alla frutta o alla verdura oppure si possono mescolare a salsine o patè per condire tartine e crostini.

Proprio perché hanno un sapore neutro, si possono usare anche nelle preparazioni di dolci come biscotti e torte ma solo a cottura ultimata. Un uso particolarmente benefico di questi semi è quello che contribuisce alla pulizia dell’intestino: in pratica basta lasciarli in ammollo in acqua per una nottata, e i semi sprigionano un gel che può essere assunto al mattino a stomaco vuoto che andrà ad agire favorevolmente sul funzionamento dell’intestino.

pelle viso con acido ialuronico

Compattare la pelle del viso con acido ialuronico

L’acido ialuronico viene usato in ambito medico ed estetico per combattere i primi segni di invecchiamento, infatti molte sono le donne che ricorrono al medico estetico per sfruttare le qualità dell’acido ialuronico sulla propria pelle e rallentare i segni del tempo. I filler di acido ialuronico oggi sono a portata di tutte e particolarmente diffusi anche tra i maschietti perché permettono di riempire i solchi del viso provocati da profonde rughe, mentre le signore preferiscono usarli anche per aumentare il volume di zigomi e labbra.

Quando l’acido ialuronico combatte il tempo

L’acido ialuronico è il grande alleato della lotta contro l’invecchiamento per tutte le donne e anche per molti uomini, eppure non è detto che il trattamento a base di acido ialuronico sia proprio adatto a tutti: c’è chi, dopo averlo provato, non è rimasto troppo soddisfatto dei risultati ottenuti. La reazione della pelle al filler di acido ialuronico infatti, è diversa da individuo a individuo e non dipende solo dalla professionalità del medico che pratica il filler, ma può essere legata anche alle siringhe stesse. Le siringhe hanno aghi estremamente sottili perché la puntura va effettuata nel profondo della pelle e va limitata a determinate zone del viso.

Si tratta di iniezioni che possono necessitare di anestesia locale, anche se in genere, data l’immediatezza della puntura, è lo stesso medico a non voler ricorrere all’uso dell’anestesia. Il trattamento dei filler dà risultati eclatanti ma non sono permanenti né definitivi, per questo la paziente deve ripetere il trattamento se desidera mantenere il risultato ottenuto. Gli effetti dei filler infatti, scompaiono dopo qualche mese perché è la stessa pelle del viso a rendere inefficace il trattamento assorbendo acido ialuronico, questo accade perché l’acido è uno degli elementi principali della pelle di cui contribuisce a conservarne la resistenza e la forma.

La pelle si nutre di acido ialuronico: come?

Come detto, acido ialuronico è naturalmente presente nella pelle, però la sua presenza nei tessuti cutanei diminuisce sempre più col passare del tempo, per questo a una determinata età è necessario ricorrere a trattamenti specifici che ‘rivitalizzano’ la pelle. Il filler serve, infatti, a ridonare nuova forma alla pelle che acquista anche tono, idratazione, e quella plasticità e turgidità che aveva perso, per questo le iniezioni vengono principalmente usate contro le rughe e per rallentare l’invecchiamento cutaneo.

Le zone del viso su cui si interviene di più sono il contorno occhi, le pieghe naso-labiali, le rughe della fronte, eventuali cicatrici causate dall’acne, le rughe glabellari, e quelle intorno alla bocca. Inutile sottolineare che le iniezioni devono essere effettuate da un medico competente che abbia la giusta manualità e che riconosca a quale profondità effettuare il trattamento.

sanità in italia

Quanto vale la sanità in Italia?

Forse non tutti sanno che esistono dei posti, o meglio dei paesi in Europa, dove è possibile curarsi meglio che in altri. È vero che un tale risultato era già prevedibile dato il diverso livello della sanità nei paesi europei, però ora anziché confidare in un improbabile cambiamento dell’istituzione sanitaria, si potrà meglio considerare l’idea di andarsi a curare proprio laddove è garantito un certo livello di prestazione.

Ecco dove funzione la sanità in Europa

Francia, Malta e Danimarca: sarebbero questi tre i paesi europei in cui è possibile trovare efficienza ed efficacia in ambito sanitario. Per dirla in termini più semplici, se proprio dovete subire un’operazione importante e ancora confidate nell’Italia, meglio capirlo prima che una di queste tre potrebbe risultare una scelta migliore che restare nelle mani della sanità italiana.

Infatti a dirla tutta, secondo la stessa classifica che ha messo sul podio Francia, Danimarca e Malta, l’Italia si pone diciottesima e peggio del nostro paese ci sono Portogallo e Bulgaria. Inutile sottolineare come, sempre secondo tale classifica, è il centro e il sud Italia a rappresentare il fanalino di coda dell’Europa, in particolar modo le città di Napoli e Bari sono state valutate addirittura inferiori alla Romania quanto a strutture sanitarie. Vi starete chiedendo da dove proviene tale classifica? È presto detto: a redigerla è stata Numbeo, secondo cui i cittadini italiani sono ben delusi dalle cure ospedaliere e dalle diagnosi offerte dalle nostre strutture sanitarie.

Peggiori città italiane in assistenza sanitaria

Delle nazioni europee, quindi, la Francia è la prima ad apparire in classifica mentre la Romania è tra le ultime, palla al centro per Finlandia e Norvegia mentre la Gran Bretagna è al decimo posto superando Spagna e Olanda. Come detto, purtroppo, al diciottesimo posto si attesta l’Italia, che supera di poco il Portogallo, la Repubblica Ceca e la Lituania. Estendendo la visione a tutta la classifica, però, il vero numero uno mondiale della sanità risulta il Giappone con un punteggio di ben 87.07, cui seguono Bahrain e Taiwan e quindi la Francia. Ciò significa che, considerando la classifica globale, l’Italia si attesta addirittura cinquantunesima, una posizione che ci fa apparire avanti rispetto a diversi paesi arabi e del sud Africa nonché dell’America latina, ma ci fa anche cattiva pubblicità a confronto con Singapore, la Spagna o le Filippine.

Addirittura prima dell’Italia si posizionano nella classifica paesi come India, Albania e Uruguay. Come prevedibile, è l’est Europa a ottenere i punteggi peggiori ovvero Grecia, Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Slovenia e Slovacchia, ma a loro confronto la condizione dell’assistenza sanitaria del centro e del sud Italia è ben peggiore. Infatti, a livello di città quelle del nord Italia si sono aggiudicate punteggi superiori rispetto a quelle di centro e sud. Per dirla tutta, le migliori città in ambito sanitario del nostro paese sono Torino, Genova e Trieste, cui segue Milano, mentre a star peggio di Roma sono Napoli e Bari, che si sono aggiudicate addirittura peggiori risultati di tutta la Romania.